L’importanza dei ricordi

Mi hanno molto colpita su Facebook queste parole dell’amica Liliana Marchesi,  riguardo ai ricordi e ai beni materiali: Tutti i mobili presenti nel mio studio li ho montati io e, se non li ho montati, li ho personalizzati. Otto librerie, due scrivanie, due mensole, una cassettiera, una poltrona, una Chaise Longue, una cabina di registrazione e adesso… questo benedettissimo schedario che mi ha dato un bel po’ di filo da torcere .
La cosa che più mi piace, però, è che guardandomi intorno ogni cosa che vedo mi ricorda con quanta fatica l’ho ottenuta. Ricordo le ore passate a stendere la carta da parati insieme alla mia compagna di merende Marina (quante risate quel giorno) e ricordo l’espressione soddisfatta di mia mamma mentre mi osservava dipingere di bianco il pianoforte che suonavo da bambina.
Ogni pezzo presente in questa stanza è stato scelto accuratamente affinché si sposasse con me. È vero, non bisogna dare troppa importanza ai beni materiali, ma ai ricordi che custodiscono sì.

Verissimo, ed è per questo che io mi dichiaro ufficialmente una massimalista, un’accumulatrice, una eclettica, un’amante dello shabby chic o come si chiama lo stile vintage, una nostalgica forse e un’amante delle emozioni portate da ricordi e sensazioni. Sarà anche per questo che amo girare mercatini dell’antiquariato e simili, anche senza comprare niente: per interagire con le emozioni, qualcosa di potente, che ti resta dentro. Del resto, è anche quello che ha detto la signora della tintoria, amante di manga ed anime, quando mi ha sistemato la coperta di lana che fece mia madre quando non avevo neanche un anno, durante un’estate piovosa in montagna: dentro queste cose c’è un’energia incredibile. Certo, l’energia di tutte le vite che sono state, che sono e che avrebbero potuto essere.