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Perché amo la primavera

Man mano che invecchio, o meglio che salgo di livello come recita una maglietta simpatica, sento di amare sempre di più la primavera, soprattutto quando arriva dopo un inverno tosto come quello. Francamente, le giornate corte, il freddo, la nebbia, la neve, la pioggia non fanno proprio per me, anche perché peggiorano la depressione che mi porto dietro come compagna da anni, tra alti e bassi.
Le giornate sono più lunghe, i colori diventano più vivi, ci sono fiori ovunque, l’erba è di nuovo verde e il clima è un’altra cosa, anche se in primavera ogni tanto qualche scherzo del tempo capita, soprattutto qui a Torino che è abbastanza piovoso. E poi mi piace che la primavera non bussi, ma entri sicura, come cantava Fabrizio de André e ti faccia venire la voglia che ti prenda per mano e ti porti lontano, anche se hai un po’ di paura. Capita ogni anno ed ogni anno è sempre bellissimo.

Poi ci sono degli spettacoli della primavera imperdibili, ed uno di questi sono i ciliegi in fiore, uno dei simboli del Giappone, ma in attesa di poterci andare (e prima e poi lo farò), ci sono anche qui a Torino, sopratutto in un posto simbolo della sua nuova vita oltre l’industria, il parco della reggia di Venaria, dove ogni anno vado in pellegrinaggio e quest’anno sono anche stata fortunata.
E’ davvero come entrare in un mondo magico, varcare un portale e trovarsi in un mondo dove ci sono speranza, voglia di fare, sogno e tante altre cose belle. Forse è solo un’illusione, anzi lo è senz’altro, ma i ciliegi in fiore sono una delle cose più belle in assoluto che si può vedere in una vita. Una cosa che torna ogni anno, come la primavera a ricordare che il sole c’è sempre dietro alle nubi e al grigiore.